Le posizioni di equilibrio nella pratica dello yoga risultano fondamentali per il controllo della mente, la concentrazione e l’allenamento del corpo, esse sviluppano leggerezza, agilità e forza, migliorano il tono muscolare, la coordinazione dei movimenti rafforzando le braccia e le gambe. Per l’esecuzione di queste asana si richiedono polsi molto forti, non è consigliabile la pratica alle donne in gravidanza, gli anziani e i principianti, o per 12-18 mesi successivi ad un intervento all’addome.
Le asana di equilibrio restituiscono armonia al corpo, migliorano la respirazione e massaggiano il cuore, tonificando l’apparato respiratorio, inoltre lavorando tra cielo e terra permettono di migliorare il radicamento al suolo e il contatto con la natura e la parte più ancestrale che risiede in ognuno di noi. Favorendo in contemporanea l’allungamento del corpo verso il cielo avvicinandoci alla parte più spirituale e il contatto con il divino che dimora nel nostro cuore.
Vediamo ora 2 asana di equilibrio tra le praticate nello yoga:
Vrksasana
L’asana dell’albero, prende il nome da vrksa, che significa appunto albero, questa è tra le posizioni più conosciute e diffuse nello yoga, possiamo affermare che nell’immaginario collettivo lo yoga venga identificato con quest’ asana.
Ne esistono molte varianti, ma 5 sono quelle fondamentali, tutte simili tra loro, ma che, se praticate in sequenza, consentono di percepire, attraverso i micro-movimenti, come lavorano i diversi muscoli coinvolti nella pratica, lo spostamento del peso e dell’equilibrio, migliorando di volta in volta la consapevolezza del proprio corpo.
Vrksasana si esegue portando il peso del corpo sulla gamba sinistra, una volta raggiunto il radicamento e la stabilità, si solleva la gamba destra afferrandone la caviglia e appoggiando il piede all’altezza dell’inguine, sopra il ginocchio, successivamente si sollevano le braccia congiungendo i palmi della mani e portandole sopra il capo o all’altezza del cuore.
Durante l’esecuzione di questa posizione è importante sentire il contatto con la terra, come se la parte inferiore del nostro corpo rappresentasse le radici dell’albero che sprofondano nel terreno, mentre la parte superiore, tende verso il cielo, si allunga come la chioma dell’albero che tende verso il sole, la luce, il divino.
Virabhadrasana
Quest’ asana prende il nome da Virabhadra, un potente guerriero nato da una ciocca di capelli lanciata al suolo da Shiva, irato per la morte della sua sposa Shakti, è una posizione di natura maschile che rappresenta la forza virile dell’ira del signore della distruzione. Può sembrare strano che nello yoga ci sia una posizione chiamata ‘del guerriero’, ma non dimentichiamo che nella Bhagavad-Gita, uno dei testi vedici più importanti, si narra del dialogo tra il principe guerriero Arjuna e Krishna, il Signore Supremo, sul campo di battaglia Kuruksetra. In realtà ciò che simboleggia quest’ asana è la forza e l’ideale del ‘guerriero spirituale’ che si batte contro l’ignoranza, motivo di tutte le nostre sofferenze.
Questa posizione celebra un’apertura alla vita, conferisce stabilità, equilibrio, radicamento, allineamento, rafforza le gambe e la schiena.
E’ adatta quando si vuole acquisire potere decisionale e forza, per guardare in avanti con calma e consapevolezza del proprio passato.
Esistono 3 versioni, quella che presentiamo, è la più complessa, si porta il peso sulla gamba destra, portando la schiena parallela al suolo, una volta raggiunto il radicamento, si solleva la gamba sinistra e si aprono le braccia, unendo i palmi delle mani, con le braccia in linea con il capo e la schiena.