Fonte: icffarmacisti.it
Piccolo vademecum fitoterapico in gravidanza
Un diffuso senso comune spinge le donne in gravidanza a limitare l’uso di tutte le terapie farmacologiche. Alcuni studi, infatti, mostrano che molte donne gravide tendono ad evitare l’assunzione di farmaci durante questo periodo e si indirizzano verso trattamenti non farmacologici. I disturbi per i quali più spesso sono usate le erbe sono rappresentati da nausea, insonnia, stitichezza ed infezioni urinarie.
A questo proposito sono d’obbligo alcune considerazioni di carattere generale:
• Le conoscenze relative alla farmacocinetica ed al meccanismo d’azione di una pianta o di un suo estratto, sono generalmente molto scarse e si sa ancora poco sulla distribuzione delle sostanze vegetali attraverso la barriera placentare, sui possibili effetti teratogeni e sulle loro attività farmacologiche sui tessuti embrionali.
• Sempre, ed in particolare nel 1° trimestre, l’uso di erbe medicinali e derivati, dovrebbe essere evitato o in ogni modo limitato ai casi di effettiva necessità e su prescrizione medica.
• Le sostanze vegetali maggiormente rischiose sono gli oli essenziali (presenti anche nella propoli), e gli alcaloidi, tutte sostanze ad altissima diffusibilità e dotate di basso indice terapeutico, quindi potenzialmente tossiche per l’embrione e il feto o attive sulla contrattilità uterina, e quindi potenzialmente a rischio di aborto.
Si segnalano diverse erbe e spezie che non vanno usate durante la gravidanza e l’allattamento, qui vi è un elenco ma per ogni certezza bisogna chiedere al proprio medico :
Achillea
Acoro falso
Aglio
Agnocasto
Alchemilla
Alga bruna
Aloe
Angelica
Anice
Aralia racemosa
Arnica
Artemisia
Artemisia vulgaris
Assa fetida
Assenzio
Baptisia tinctoria
Basilico
Borragine
Borsa del pastore
Boswelia carterii
Calamus
Canfora
Cardiaca
Cardo benedetto
Cascara sagrada
Cassia
Caulofillo
Celidonia
Ciliegio selvatico
Cimicifuga
Citronella
China,
Colchicum autumnale
Consolida maggiore
Cotone
Crespino, berberis vulgaris
Curcuma
Dang gui
Enula campana
Ephedra, ephedra vulgaris
Erba azzurra
Erba gattaia
Farfara
Felce maschio
Fieno greco
Finocchio
Fitolacca
Fumaria
Ginepro
Guggulu
Idraste
Ipecacuana
Issopo
Kawa-kawa
Lavanda
Lilium filicunum
Lino
Liquirizia
Lobella
Lycopus virginicus
Maggiorana
Marrobio
Mentha pulegium
Menta romana
Mirra
Noce Moscata
Olio di ricino
Papavero californiano
Partenio
Passiflora
Peperoncino Cayenna
Pervinca rosa,
Phoradendron serotinum
Piantaggine
Podofilo
Prezzemolo
Quassia
Rabarbaro
Ricino
Romice crespa
Rosmarino
Ruta
Salsapariglia
Salvia
Sanguinaria
Sedano
Senna
Sigillo d’oro
Spincervino
Tanaceto
Tanaceto
Thuja
Timo
Trifoglio rosso
Tuia
Uva ursina
Verbena
Vischio
Zenzero
PIANTE DA NON USARE MAI IN GRAVIDANZA
• Aesculus hyppocastanum: stimola le contrazioni uterine
• Valeriana: citotossica e mutagena
• Arnica montana: provoca alterazioni cromosomiche, dilatazione dei vasi sanguigni uterini, stimola le contrazioni uterine
• Escolzia: contiene alcaloidi che possono causare danni alle strutture cerebrali in via di formazione
• Meliloto: tossicità epatica a causa delle curarine in esso contenuto
• Uva ursi: favorisce il distacco della placenta
• Allium sativum: riduce il numero di globuli rossi e l’emoglobina. Dosi elevate provocano nausea, vomito, diarrea, rinite allergica, dermatite da contatto
• Biancospino: non esistono in letteratura informazioni sufficienti e quindi va usato con cautela
• Melissa: causa reazioni allergiche
• Iperico: può favorire contrazioni uterine e reazioni di tipo maniacale
• Centella asiatica: potenzia l’azione farmacologica degli ormoni tiroidei e quindi va usata con cautela nelle donne affette da ipertiroidismo
• Eleuterococco: causa insonnia, eccitazione, irritabilità
• Liquirizia: può determinare impregnazione di cortisolo nel feto
• Ginseng: causa androgenizzazione del feto
• Aloe e droghe antrachinoniche: provocano dilatazione dei vasi sanguigni uterini
• Gingko biloba: per la sua azione antiaggregante piastrinica può ostacolare l’impianto placentare o provocarne anomalie
• Tanaceto: sconsigliato poiché mancano studi sulla teratogenicità e mutagenicità
• Uncaria tomentosa: agisce sulla muscolatura uterina
PIANTE CHE SI POSSONO USARE IN GRAVIDANZA
• Garcinia
• Artiglio del diavolo
• Malva
• Equiseto
• Psillio
• Cardo mariano
• Spirea
• Mirtillo rosso
• Zenzero
RIMEDI CONTRO LA NAUSEA
Zenzero
Coltivato nella maggior parte dei paesi tropicali, quello di miglior qualità proviene dalla Giamaica anche se l’80% è importato dalla Cina. La composizione dipende molto dalla provenienza della pianta, ad ogni modo in prevalenza sono contenuti olii essenziali e sesquiterpeni.
Svariati studi hanno segnalato come la polvere del rizoma abbia la capacità di alleviare nausea e vomito prodotti da cause diverse: tale azione non sarebbe di origine centrale, ma consecutiva ad effetti diretti sul sistema digerente. All’azione antiemetica, infatti, contribuirebbe un miglioramento della motilità gastrointestinale sia a digiuno sia a stomaco pieno.
Nella monografia della Commissione E tuttavia si segnala che la droga non vada utilizzata in gravidanza in quanto la tradizione riconosce alla pianta un effetto emmenagogo. Tale avvertimento è considerato da alcuni eccessivo, di fatto non sono ancora disponibili dati sufficienti per prendere una posizione definitiva. In realtà comunque l’azione emmenagoga si manifesta a dosaggi notevolmente superiori a quelli comunemente consigliati (1g-1,5g).
Controindicazioni: calcolosi biliare, interazioni con acido acetilsalicilico e antiaggreganti piastrinici.
RIMEDI CONTRO LA CISTITE
Mirtillo rosso
Le foglie sono ricche in arbutina con spiccata attività antisettica a livello delle vie urinarie.
La percentuale di arbutina è circa la metà di quella contenuta in uva ursina, quindi per ottenere un’uguale attività antisettica-urinaria, ne va utilizzato il 30% in più.
I frutti contengono antiadesine in grado di inibire l’adesione del colibacillo a livello di vescica ed intestino: per tal motivo si impiega nel trattamento di enteriti e cistiti.
Non ci sono effetti secondari o tossici alle dosi terapeutiche
Posologia: 40 gocce di tintura madre 3 volte al dì.
RIMEDI CONTRO L’INSONNIA
Tiglio
Blando sedativo da usare anche nel trattamento di tutti quei sintomi funzionali che si accompagnano ad uno stato di eretismo nervoso (gastriti, cefalee, coliti) dove prevale uno spasmo.
Da utilizzare sotto forma di tisana, in associazione a fiori d’arancio o come gemmoderivato.
Le proprietà sedative sono attribuibili al farnesolo, terpene che agisce sul livello di serotonina, migliorando quindi il tono dell’umore e svolgendo attività ansiolitica.
Non sono segnalati effetti collaterali, si può utilizzare nel bambino, nell’anziano ed in gravidanza.
In alcuni casi dopo l’assunzione di tiglio può verificarsi eccitazione: in tal caso occorre ridurre la posologia
Posologia:
1) infuso: 1 cucchiaino da caffè per tazza d’acqua. 3-4 tazze al dì
2) tintura madre: 30 gocce tre volte al dì
3) macerato glicerico 1DH: 20-50 gocce 1-3 volte al dì
RIMEDI CONTRO LA STIPSI
Psillio
Lo psillio semi è composto dai semi maturi, interi ed essiccati di Plantago psyllium o Plantago arenaria. E’ estremamente importante assumere i semi con abbondante liquido(assumere psillio senza una quantità adeguata di liquidi può causarne il rigonfiamento con blocco della gola o dell’esofago), preferibilmente ai pasti e distanziare di almeno un’ora l’assunzione di qualsiasi altro medicinale per evitare un ritardo nell’assorbimento.
Lo psillio si lega ai liquidi aumentando il volume del contenuto intestinale e quindi il peso della massa fecale, che a sua volta stimola l’intestino.
Può causare flatulenza e gonfiore addominale.