Quinto chakra: cos’è e gli esercizi per attivarlo 

Home / Quinto chakra: cos’è e gli esercizi per attivarlo 

Il quinto chakra “Vishudda” è associato a tutto il lato comunicativo e quanto concerne l’espressione creativa.

Quella dei chakra è una sfera ancora poco conosciuta e di cui si parla poco ma è fondante nella pratica di discipline come lo yoga come abbiamo già affrontato in questo articolo qui.

Cosa sono i chakra

La parola “chakra” deriva dal sanscrito e può essere tradotta con ruota o vortice. I chakra, infatti, sono centri energetici e di forza che si trovano nel corpo umano. I chakra principali sono 7 ma in realtà ce ne sono a migliaia.

I 7 chakra principali si associano ad un colore, una simbologia particolare, ad un organo del corpo ma anche ad una pietra. Ognuno è solitamente associato ad emozioni, sensazioni, funzionalità mentali e spirituali.

Il quarto chakra: cos’è e dove si posiziona

Il quinto chakra è situato nella zona della gola, all’incrocio delle ossa della clavicola, con il vertice nella terza vertebra cervicale (C3).Gli organi corrispondenti sono: la trachea, la gola, le corde vocali, il naso, le orecchie, le ghiandole endocrine della tiroide e delle partiroidi.

Il significato del quinto chakra: pietra, elemento, colore

Il colore associato al quinto chakra è l’azzurro. Il senso corrispondente è l’udito, simbolo di ascolto e di apertura al mondo. Infatti racchiude in sé l’energia del suono e la capacità di ascoltare se stessi e gli altri oltre a quella di esprimere i propri pensieri e le proprie emozioni attraverso la voce e tutti gli altri tipi di linguaggio. Le sue funzioni principali sono la comunicazione, l’espressione creativa, la diplomazia e la sincerità. Gli si associa anche una frase chiave “Io comunico”. L’energia di questo quinto chakra ci permette di sentire e sentirci parte dell’energia dell’universo, sentirci parte di un tutto e riconoscere il ritmo perfetto che ci connette agli altri e a qualcosa che va oltre noi. Quindi “io comunico” significa anche che ci si sente parte e si contribuisce all’armonia della collettività.

Un buon funzionamento del quinto chakra dona una voce dolce, calma ed un atteggiamento diplomatico e aperto al mondo e alle diversità. Inoltre dona tatto ed empatia. Da qui ne deriva un carattere carismatico e amorevole.

Photo by Susanna Marsiglia on Unsplash

I disagi del disequilibrio del quinto chakra

Come abbiamo scoperto negli articoli precedenti relative ai chakra, (disponibili qui) i chakra possono bloccarsi e cioè mostrare una disarmonia. Come capirlo? Basta analizzare il nostro modo di vivere il rapporto con il prossimo, il grado di empatia e di apertura al mondo. In presenza di un quinto chakra bloccato oppure con un suo funzionamento eccessivo o insufficiente si possono avere affezioni alle vie respiratorie, disturbi alla tiroide, rigidità cervicale, difficoltà di espressione verbale, autoritarismo e timidezza.

Come sbloccare il quinto chakra: le asana yoga principali

Tra le asana yoga principali per sbloccare o armonizzare il quinto chakra si trovano:

  • Setu Bandha Sarvangasana. È il ponte contratto. Si parte distesi sul tappetino con la pancia all’insù con le braccia lungo il corpo. Piega le ginocchia e avvicina i talloni il più possibile alle natiche, in modo che le mani riescano ad afferrare le caviglie. Mantieni i piedi paralleli e distanziati tra loro, cercando di posizionarli alla stessa larghezza delle anche, ma non di più. Durante l’espirazione, premi con le piante dei piedi a terra e solleva i fianchi. Inarca la schiena e solleva la zona pelvica il più possibile dal suolo. Cerca di formare con il corpo un arco che vada dalle spalle alle ginocchia. Spalle e piante dei piedi devono rimanere ben salde a terra. Solleva il petto verso il mento, in modo da formare un arco continuo lungo tutta la spina dorsale.
  • Sarvangasana. Si tratta della candela. Si parte supini con le braccia lungo il corpo. Piega le ginocchia verso il petto. Porta in verticale il bacino appoggiando le mani sulla fascia lombare con i gomiti alla stessa larghezza delle spalle. Solleva le ginocchia mantenendole sempre piegate. Distendi le gambe. Le punte dei piedi sono rivolte verso l’alto.
  • Sasangasana. Si tratta del coniglio. Si parte seduti sul tappetino in Vajrasana. Riposa le braccia lungo i fianchi e piega il busto in avanti, appoggialo alle cosce. La fronte è appoggiata a terra, davanti alle ginocchia. Scendendo lentamente premi il mento verso lo sterno. Espirando allunga le mani all’indietro e afferra i talloni con i pollici all’esterno e le altre dita verso l’interno. Espirando lentamente solleva i fianchi portandoli verso l’alto, fino a che le cosce non sono pressoché verticali, e arcua la colonna vertebrale come una ruota. Porta la parte alta della testa alle ginocchia il più possibile. Solleva lentamente le caviglie appoggiando le dita dei piedi sul tappetino e stringi bene i talloni con le mani. Cerca di tenere le spalle lontane dalle orecchie, tendi i muscoli addominali e tieni vicine le caviglie. Mantieni questa posizione fino a che la posizione ti da sollievo, respirando normalmente.
  • Adho Mukha Svanasana: il cane a testa in giù. Si parte a quattro zampe sul tappetino con le ginocchia direttamente sotto le anche e le mani leggermente più avanti delle spalle.Appoggia le punte dei piedi al suolo. Espira e solleva le ginocchia da terra portando il sedere verso l’alto, come se un filo invisibile ti tirasse verso il soffitto. Espira e porta all’indietro la parte superiore delle cosce e allunga i talloni verso terra, fino a farli toccare il tappetino. Raddrizza le ginocchia senza sforzi, altrimenti rimani nella posizione precedente. Raddrizza bene le braccia e premi a terra con i palmi delle mani.

Crediti foto copertina: Photo by Jeremy Thomas on Unsplash.