“Il Re è morto, evviva il Re!”, con questa formula i francesi annunciavano la morte del re e acclamavano il suo successore.
Il Solstizio di Inverno, nei secoli e nei vari continenti, viene così celebrato come la morte del Sole Vecchio e la gloriosa nascita del Sole Bambino.
Come l’Araba Fenice, così il Sole si spegne tra le braccia della Madre Terra, per rinascere dal suo grembo l’alba seguente.
Questo momento dell’anno affascina e domina la vita dell’uomo dall’alba dei tempi. Più l’evoluzione ci legava alla Madre Terra, più l’importanza del Sole diveniva grande.
Pochi sanno che intorno alla data del 25 Dicembre, proprio in seguito al Solstizio, quasi tutti i popoli hanno celebrato la nascita dei loro esseri divini o soprannaturali: Dio Sole, principio di ogni cosa, portatore di luce e calore, regolatore delle stagioni, scintilla vitale all’agricoltura.
In Egitto nasceva il dio Horus, figlio di Osiride; nel Messico pre-colombiano il dio maya Quetzalcoath e l’atzeco Huitzilopochtli; Bacab nello Yucatan; Bacco, Ercole e Adone in Grecia; Freyr, figlio di Odino per le genti del Nord; Buddha in Oriente; Krishna in India; il dio Mithra in Persia e naturalmente per il mondo cristiano Gesù.
Gli antichi Romani festeggiavano il “Dies Natalis Solis Invicti”, la festa del Sole Invitto che tornava a splendere al massimo della sua bellezza dopo i giorni del solstizio.
La bellezza di questo giorno, il più corto dell’anno, sta nel fatto di vedere nella morte del Sole un punto di ripartenza. Dall’oscurità della notte più lunga, risorgerà un nuovo Sole, una nuova giovane energia, che ha davanti a sé l’ascesa, la riconquista della luce contro l’oscurità.
Potremmo dire che ogni anno ci viene offerta una nuova possibilità, che dobbiamo saper sfruttare, andando oltre la stesura dei buoni propositi per l’anno nuovo, per puntare invece alla loro realizzazione.
Il solstizio è dunque un momento di rigenerazione cosmica che ci ricorda che tutto è ciclico, che all’attività bisogna alternare il riposo, e che la vita e la morte si inseguono ed esistono l’una grazie all’altra.
In che modo affrontare questo speciale momento dell’anno?
Il giorno del Solstizio, tra il 20 e il 21 dicembre, può essere una bella idea praticare dello Yoga, sfruttando l’occasione per compiere dei Surya Namaskara, i Saluti al Sole. Da soli ma ancor meglio in compagnia, svolgere delle pratiche energetiche come quelle yogiche, ci permette di incamerare energia positiva per poi godere serenamente dello stacco Natalizio. Nonostante le feste, gli impegni e le cose da fare, è bene riuscire a sfruttare al meglio le vacanze per riposare in vista del nuovo ciclo energetico che va ad aprirsi e culminerà con il Solstizio d’Estate.
Al termine delle feste, proprio verso gli inizi di gennaio, è tradizione accendere i Fuochi di Sant’Antonio, evento ora strettamente legato alla fede cristiana, ma che affonda le sue radici nella simbologia post-solstiziale: la comunità umana che si unisce per combattere con la luce e il calore, l’oscurità e il freddo dell’inverno. La volontà di attivarsi per affrontare questo particolare periodo dell’anno.
L’invito è dunque ad accogliere con gioia il Solstizio, chiudere serenamente con quest’anno ormai giunto al termine, prendere fiato durante il Natale, e ripartire attivi e determinati con l’anno nuovo.
In questo l’uomo si differenzia dal resto del mondo animale e naturale: mentre con l’inverno tutto si ferma e si addormenta in attesa della rinascita primaverile, l’uomo non conosce letargo, ma deve trovare la luce dentro di sé per arrivare trionfante allo sbocciare della Primavera.
In questa missione, la pratica dei Saluti al Sole come pure di un’equilibrata attività fisica, sono un aiuto concreto per:
- Smaltire lo stress;
- Aumentare la forza muscolare;
- Risvegliare e fortificare il sistema immunitario;
- Migliorare la circolazione sanguigna;
- Aumentare la capacità polmonare;
- Incrementare la concentrazione mentale;
- Alleviare dolori alla schiena e sistemare la postura;
- Migliorare la coordinazione dei movimenti;
- Aumentare il metabolismo;
- Combattere stati depressivi o apatici;
E ultimo ma non meno importante, smaltire i suntuosi pasti delle festività!
Con la serenità di riprendere un’attività fisica alla fine delle vacanze, sarà rilassante lasciarsi andare ai piaceri della tavola, senza sensi di colpa.
Il simbolo del Solstizio: il Vischio.
Per questo periodo,
per abbellire la casa, la pianta più indicata di tutte è il vischio, già per i Druidi celti simbolo di vita ed eternità oltre che di buon auspicio.
Inoltre se assunto come infuso è un ottimo alleato contro l’ipertensione e per regolare il sistema cardio-circolatorio; contro l’artrite, perché stimola la diuresi e l’espulsione dell’urea; contro reumatismi e attacchi di sciatica se applicato localmente.
Nell’augurarvi Buon Natale e Felice Anno Nuovo, vi invito a godere di questo particolare periodo dell’anno e a sincronizzarvi con i naturali cicli energetici.
FM