Yoga in gravidanza nel secondo trimestre: frequenze flow

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Nel quarto, quinto e sesto mese di gravidanza, quando le nausee mattutine si affievoliscono, la futura mamma inizia a sperimentare veramente il cambiamento del proprio corpo, i primi segni della gravidanza.
Inizia un periodo solitamente molto bello in cui ci si riscopre in un corpo che sa adattarsi alla nuova vita.

È un tempo di cambiamento e, come nei primi tre mesi di gravidanza, la pratica dello yoga può aiutare ad affrontarlo al meglio.

I benefici di praticare yoga in gravidanza

Praticare yoga in gravidanza ha numerosi effetti benefici: si passa dalla riduzione di nausea e di stipsi, alla diminuzione dei dolori dovuti alla ritenzione idrica. Inoltre praticare in contemporanea meditazione può aiutare nelle alterazioni dell’umore.

A monte, la stessa pratica di una disciplina sportiva aiuta a rimanere maggiormente tonici. Questo aiuta sia durante il parto che nella ripresa della forma ideale post travaglio.

In tutti i casi è comunque sempre meglio chiedere prima il parere del proprio ginecologo che valuterà, caso per caso, la possibilità o meno di avvicinarsi alla pratica dello yoga in questa fase della gravidanza.

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Le Asana più adatte per il secondo trimestre di gravidanza

In realtà tutte le Asana che abbiamo già visto durante il primo trimestre (gatto, montagna e guerriero), possono essere riprese anche nel secondo. L’importante è di non affaticare e di diminuirne l’intensità ad esempio mantenendole per un minor tempo e diminuire le ripetizioni.

A queste si possono aggiungere Asana maggiormente focalizzate sulla respirazione alle quali abbinare sessioni di meditazione. Ecco le sei asana più adatte:

  • Pavanmuktasana: letteralmente “la posizione che libera dai venti”. Ha la capacità di dare ristoro alla schiena, al corpo intero e alla mente. Ecco come fare: distenditi a terra in posizione supina con le gambe e le braccia stese lungo il tappetino. Con un’espirazione porta entrambe le ginocchia verso il petto e circondale con le braccia, afferrandoti i gomiti con la mano opposta. In questo modo tieni assieme le ginocchia e premi leggermente sull’addome. Mantieni la testa appoggiata al tappetino, in linea con la colonna vertebrale. Rilassa i piedi, il collo e le spalle. Respira normalmente e mantieni la posa più a lungo possibile, fino a che riesci a bilanciare lo sforzo con il rilassamento. Torna alla posizione di partenza con molta calma, con una lunga espirazione e appoggia nuovamente le gambe e le braccia terra.
  • Parvatāsana: il “cane a testa in giù”: una delle asana più importanti per la schiena. Allunga il nervo sciatico, allinea la colonna vertebrale. Inoltre rinforza braccia e spalle. Espira e punta i piedi e le mani sul materassino. Sali con il bacino fino a creare un triangolo formato da piedi, bacino e braccia. Inspira e ritorna nella posizione del Gatto. Ripeti il movimento tre volte.
  • Malāsana: è la posizione della ghirlanda. Si tratta di uno squat ma da accovacciati, con la parte inferiore del corpo che quasi sfiora terra. È una posizione che viene spontanea ai bimbi quindi ti sarà capitato di farla così tante volte! Bisogna solo rieducare il corpo a farla, con il tempo. Parti dalla posizione della montagna e divarica bene le gambe. La punta dei piedi deve essere leggermente rivolta all’esterno per bilanciare l’equilibrio. Concentrati sul core: attiva la muscolatura che ti servirà per rimanere in posizione eretta. Unisci le mani al petto e, lentamente, scendi in squat. La posizione prevede che i talloni rimangano a terra ma può volerci un po’ di tempo prima di arrivare a farlo. Mantieni la schiena dritta. Una volta raggiunta la posizione, in basso, unisci le mani.
  • Vajrasana: la posizione del diamante. È la posizione che porta ad inginocchiarsi e porre tutto il peso sui talloni. La schiena rimane dritta.
  • Savāsana: il momento di riposo finale. Si può eseguire seguiti sul materassino con le gambe piegate o di lato con un ginocchio piegato in avanti e il braccio allungato sotto la testa. Questo momento finale può durare anche più a lungo, l’importante è allentare il respiro e, di conseguenza, il ritmo cardiaco concentrandosi sulla respirazione. Lascia andare i pensieri…

Foto di copertina: Photo by Arren Mills on Unsplash