Come abbandonare il giudizio e vivere sereni

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Si giudicano gli altri, si giudica se stessi. Si ha paura del giudizio degli altri e si ha paura del giudizio di se stessi. A volte non ce ne si rende conto ma si è imperniati di cattivi pensieri legati semplicemente al giudizio. Quanto può influire nella nostra vita quotidiana? E come combattere il senso di inadeguatezza che ne deriva? Ecco qualche consiglio.

Che cos’è il giudizio

In realtà il giudizio è insito nella nostra stessa società. Forse è parte integrante dello stesso genere umano quindi non è facile sfuggirgli e abbandonarlo significa compiere un vero e proprio passaggio evolutivo che permette di muoversi nel mondo senza sentirsi gli occhi del mondo fissi addosso. Ci si sente liberi. Vi è mai capitato di pensare “quando sono con quella persona mi sento davvero me stesso”? Questo è dettato dal fatto che raramente in mezzo alle altre persone ci sentiamo realmente liberi di dimostrare ciò che siamo e come appariamo veramente. Ma immagina di esserlo con tutti ed in ogni momento. Utopia? Forse basta un cambio di mentalità che si può attuare giorno dopo giorno per piccoli passi. Come ci insegna lo yoga e il pilates è proprio dai piccoli successi di ogni giorno che si gettano le basi per grandi miglioramenti. Piccoli mattoncini che vanno a creare una nuova consapevolezza libera da condizionamenti e limiti che ci impone il mondo esterno e che finiamo per porci noi stessi.

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Come uscire dalle “catene” del giudizio

Il primo passo per liberarsi di queste catene è, ovviamente, rendersene conto. Di cosa? Di giudicare gli altri e se stessi. Il secondo passo è di certo avere la volontà di rendersene conto ed è il terzo è provare a diminuire la sfera critica, ciò che ci porta a notare, a commentare, ad additare. In realtà non si può arrivare ad una assenza di giudizio. Sarebbe del tutto utopico. Però si può provare a spostare l’attenzione in una luce nuova. Dal “giudizio” si passa alla sfera della “consapevolezza”. Mentre il giudizio ha per lo più un’accezione negativa (difficilmente sulla sua base si crea qualcosa di costruttivo), la consapevolezza è positiva perché in questo caso si attinge alla saggezza interiore per evitare di fare errori e prendere strade sbagliate e si consiglia un amico/un familiare su qualcosa di cui magari abbiamo esperienza non sulla base di un semplice giudizio categorico ma come un avviso dettato dal desiderio di migliorare una situazione che lo affligge o di cui non si rende ancora conto.

Piccole pratiche quotidiane di non-giudizio

Facciamo pratica del non-giudizio: ripetiamoci ogni mattina che, solo per quel giorno, proveremo a non giudicare. Se il buon proposito non viene rispettato, viene riproposto il giorno dopo. Proviamo ad esercitarci a partire dalle piccole cose quotidiane: oggetti, vestiti, cibo e poi solo dopo passiamo al non-giudizio sul comportamento o sull’aspetto.

I fiori di Bach

Esistono alcuni fiori di Bach che ci possono aiutare in questo percorso di liberazione:

  • Beech: l’aiuto per l’intolleranza. Ci aiuterà a vedere con occhi diversi le persone che incontriamo e a dividere l’osservazione sull’azione che non gradiamo da quella sul soggetto.
  • Larch: l’aiuto per l’autostima. Aiuta ad abbandonare il giudizio che abbiamo su noi stessi, i condizionamenti imposti dalla società e l’essere molto duri con se stessi.
  • Willow: l’aiuto per l’ingiustizia. Aiuta a non giudicare le situazioni, anche quelle che apparentemente possono sembrare oggettivamente ingiuste, come, ad esempio, i disastri naturali.
  • Holly: l’aiuto contro la gelosia. Aiuta a lasciar andare le gelosie nei confronti delle altre persone e a trasformare l’invidia in ammirazione e a punto di partenza per migliorare noi stessi.

Crediti foto: Photo by Motoki Tonn on Unsplash