13 Lug2016
Written by Roberta Yoga. Posted in Articoli asana, Articoli corsi, Articoli non solo yoga pilates, Articoli salute, Articoli yoga, tutti gli articoli

Arriva il tempo delle vacanze e sicuramente andrete lontano dalla città alla ricerca di calma e smetterete di frequentare il consueto Centro di Yoga. State per preparare la valigia, sandali, costume da bagno, crema, asciugamano … e non dimenticate il vostro tappetino Yoga !! Praticate yoga ovunque andiate!!
Può essere nel campo, sulla spiaggia, in piscina, in giardino, in casa; potete essere soli o in compagnia ma non smettete di praticare yoga! Mantenete la routine di esercizi, stretching, asana, il tempo di rilassamento e la meditazione, e potrete godere pienamente di una vera vacanza, prendersi cura di sé e rilassarsi dentro e fuori ….
10 suggerimenti per la tua pratica dello Yoga in estate

1.Trova un luogo tranquillo e silenzioso. Può essere all’aperto o al chiuso.
2.Fai la tua pratica Yoga alle prime ore del mattino o nel tardo pomeriggio e cerca di evitare in particolare le ore di massimo calore.
3.Stacca il cellulare così che per almeno un’ora nessuno possa darti fastidio.
4.Puoi mettere la musica che ti piace, rilassante, soft … oppure si può semplicemente ascoltare e connettersi con i suoni della natura (mare, montagna …)
5.Cercate di non mangiare 2 ore prima della pratica e cercate di avere una bottiglia di acqua nelle vicinanze per mantenervi idratati, soprattutto al momento della pratica di asana più dinamiche o che richiedono uno sforzo più fisico.
6.Utilizzate abiti comodi e freschi, preferibilmente di cotone o lino.
7.Praticate a piedi nudi per sentire il radicamento alla terra, e percepire quella sensazione di libertà.
8.Iniziate la pratica con l’intenzione, l’apprezzamento, e il desiderio di pace.
9.Terminate la pratica con qualche secondo di silenzio e di concentrazione, inviando benedizioni e auguri di pace e felicità a tutti gli esseri del mondo.
10. Terminate sdraiate a faccia in su savasana, rilassandovi, osservarvandovi e ascoltandovi.
E soprattutto, godete di ogni secondo!
Buona estate, e buona pratica Yoga!
29 Lug2007
Written by admin. Posted in Articoli yoga
Patanjali indica al praticante 8 stadi (o arti) dello Yoga, cioè gli otto passi che conducono all’unione con il Paramatma.
Yama
Con Yama si intendono i “comandamenti morali universaliâ€, o astensioni. Sono i cinque “freni” su cui si fonda l’etica dello Yoga:
• Ahimsa: non-violenza, astensione dall’infliggere a qualsiasi essere vivente qualunque tipo di male, sia esso fisico, psicologico, ecc.;
• Aparigraha: distacco, non-attaccamento, astensione dalla bramosia del possedere;
• Asteya: onestà , astensione dalla cupidigia, liberazione dall’avidità ;
• Brahmacharya: castità (intesa soprattutto come purezza morale e sentimentale);
• Sathya: verità , aderenza al vero, sincerità (soprattutto con sé stessi).
Niyama
Con Niyama si intendono le regole dell’autopurificazione.
• Saucha: pulizia, salute fisica, purezza;
• Santosa: appagamento, felicità della mente, l’accontentarsi;
• Tapas: ardore, fervore nel lavoro, desiderio ardente di evoluzione spirituale;
• Svadhyaya: studio di sé stessi, ricerca interiore;
• Ishvara Pranidhana: abbandonarsi alla Divinità , la resa al Signore di tutte le nostre azioni.
Asana
Le Äsana sono posizioni o posture utilizzate in alcune forme di yoga, in particolare nello Hatha Yoga. La funzione delle asana è direttamente collegata alla fisiologia indiana, fondata sul sistema sottile. Secondo tale sistema, attraverso l’assunzione di diverse posizioni del corpo, il praticante diviene in grado di purificare i canali energetici (Nadi), incanalare l’energia verso specifici punti del corpo ed ottenere così un notevole beneficio psico-fisico.
Le asana conosciute sono alcune migliaia; ciascuna di esse porta un nome derivato dalla natura (soprattutto animali), o dalla mitologia induista.
Pranayama
Il Pranayama (controllo ritmico del respiro) è il quarto stadio dello Yoga, secondo lo Yogasutra di Patanjali. Insieme a Pratyahara (ritiro della mente dagli oggetti dei sensi), questi due stati dello Yoga sono conosciuti come le ricerche interiori (antaranga sadhana) ed insegnano come controllare la respirazione e la mente, quale mezzo per la liberare i sensi dalla schiavitù degli oggetti di desiderio. La parola Pranayama è formata da Prana (fiato, respiro, vita, energia, forza) e da Ayama (lunghezza,controllo, espansione). Il suo significato è quindi di controllo ed estensione del respiro (energia vitale).
Pratyahara
Per Pratyahara si intende l’emancipazione della mente, il suo ritiro dagli oggetti dei sensi. La ritrazione dei sensi si ottiene distaccando l’attenzione dall’ambiente esterno dirigendola verso l’interno.
Dharana
Il termine Dharana indica la capacità di concentrazione, diventare tutt’uno con quello che si sta facendo, con un oggetto esterno o interno. Requisito indispensabile per i passi successivi.
Dhyana
DhyÄna è un termine sanscrito che letteralmente significa meditazione. Dalla traslitterazione della parola DhyÄna nell’ambito delle Filosofie orientali derivano i termini Chan, in cinese e Zen, in giapponese.
Samadhi
Per Samadhi si intende uno stato di coscienza superiore: è l’unione con Paramatma, l’unione del meditante con l’oggetto meditato, l’unione dell’anima individuale con l’Anima universale. Si può individuare con uno stato d’essere equilibrato, raggiungimento del benessere totale, tramite un percorso che porta ad uno stato di profonda realizzazione.